Roma, 10 marzo 2020
di Luciano Vanni
La musica, per sua natura, nasce come esperienza collettiva, di comunità, per essere condivisa, perché ha sempre svolto una funzione sociale, oltreché estetica. La musica è un fatto corale, anche quando è solistica, perché interferisce necessariamente con la vita degli altri. Con i corpi e le emozioni degli altri, di tanti.
In questo tempo di ‘distanziamento sociale’, il mio pensiero va spesso alle tante amiche, e ai tanti amici, musicisti: i portatori di quella bellezza che mi ha sempre dato conforto e fatto compagnia, grazie ai quali sono cresciuto e maturato, e che sono diventati parte integrante della mia vita, umana e professionale. Perché conosco il dramma umano e lavorativo che stanno vivendo: un incubo che li segnerà per sempre.
Sempre di più, in questi giorni, si diffondono in rete video e concerti domestici: prove, frammenti di musica. Ma la musica, con il distanziamento sociale, non cresce bene. Non si alimenta. Perde consistenza. Diventa claustrofobica. Perde la sua magia. Per l’appunto si trasforma in musica claustrofobica, come claustrofobici sono i tanti video che emergono dai social: anche quando mettono in relazione, a distanza, più musicisti. Non abituiamoci.
Certo, è l’unica forma possibile, oggi, e per chi fa musica e arte, ed è abituato a esprimersi in pubblico, il distanziamento sociale provoca asfissia. Ma a questa musica domestica, perpetua, non riesco ad abituarmi. E allora preferisco sentire musica fuori dalle pagine social oppure ascoltare musicisti che parlano di musica, di sé stessi, di vita, di viaggi, di libri, perché allora l’esperienza dell’ascolto trasmette contenuti e fa comprendere più in profondità il vissuto di quel musicista.
Questa mattina la mia memoria ha ripescato una fotografia che ho sempre amato. Era l’ottobre del 1968, e due miei eroi, Paul e John, erano vicini, sereni e felici. La musica che stava nascendo da quei sorrisi e da quei corpi, vicini, divenne storia. Acquistò magia. Ma senza quella vicinanza, non sarebbe accaduto nulla.