Roma, 28 marzo 2020
di Luciano Vanni
E poi accade che ieri, 27 marzo, con un tweet, dopo otto anni di silenzio, Bob Dylan ci offra in dono – su tutte le piattaforme digitali, da Apple Music a Youtube, passando per Spotify, Soundcloud, iTunes – una nuova canzone, dal titolo Murder Most Foul. Poche parole di introduzione, a sua firma: «Greetings to my fans and followers with gratitude for all your support and loyalty across the years. This is an unreleased song we recorded a while back that you might find interesting. Stay safe, stay observant and may God be with you».
Murder most foul evoca alla memoria la tragedia shakespeariana di ‘Amleto’: e così, come in letteratura, è il fantasma che parla (‘Murder most foul, as in the best it is. But this most foul, strange and unnatural’), Dylan costruisce questa sua ballata dolorosa, minimalista ed essenziale, come un lungo dialogo – il più esteso mai scritto da Dylan, di ben sedici minuti – al tempo stesso autobiografico e storico: e racconta il dolore, la sofferenza e la vertigine provata per l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, a Dallas, nel novembre del 1963.
Il testo è sussurrato, lucido ma sofferente, e parla di sentimenti e di umanità, mettendo assieme un vasto elenco di citazioni che fanno riferimento agli anni Sessanta, tra musica e cinema, tra jazz e cultura popolare, tra Monk, Parker, Nat King Cole, Woodstock e Beatles, tra Buster Keaton e Marilyn Monroe; e la voce appare meno strappata e rauca di quella di oggi, come se il brano fosse stato registrato nel più recente passato, come lui stesso ci annuncia nella presentazione (‘song we recorded a while back’).
Dylan parla, a suo modo, con visioni poetiche, del dramma di oggi, quello del Covid-19, mettendoci in relazione con il passato. Non è un quindi un caso che Murder Most Foul riemerga in queste ore, perché si parla di sacrificio, di paura, di sconfitta, di isolamento, di sconforto e di delusione. Ma a sua volta ci porta a pensare al futuro con rinnovata speranza. Perché ciò che oggi noi vediamo come passato, un tempo è stato il futuro.
Buon ascolto.